Avete mai riflettuto su come e quanto sia importante nella nostra vita quotidiana, saperci relazionare agli altri?
Questo periodo mi induce tantissimo a ragionare su questi aspetti, forse per la prolungata clausura che, ha messo a dura prova, la socializzazione, fino a rendere sterili , alcune regole basiche dello stare in comunità.
E quando parlo di comunità, mi riferisco a qualsivoglia cellula, composta da esseri umani: da una minuscola famiglia, alle comunità, al lavoro , alle zoom, al supermercato, alla scuola.
I concetti tra di loro fortemente stridenti, sono: ogni essere normodotato necessita di socialità, e noi non siamo più in grado di costruire rapporti sociali positivi.
Li dove il positivo non va inteso necessariamente con “utile che ne può derivare” quanto con “costruttive per la persona.”
Di relazione ci nutriamo tutto il giorno, nelle azioni comuni, non mi do spiegazione del perché siamo allora così bruschi e rasentiamo, molto spesso, la maleducazione.
Qualche giorno fa in un tik tok divertente e dissacrante, ho espresso in due battute fugaci, il mood di ora che è: Non rispondere.
Ridendo, in realtà, ho evidenziato un problema grosso e, tendenzialmente assai diffuso, che è quello di non rispondere alle persone.
Ti rivolgono una domanda, tu evadi.
Ti mandano un messaggio, tu visualizzi e non rispondi…
Assenza totale di comunicazione: perché?
Quando le persone ti rispondono male, le sai più o meno gestire.
In ogni caso nelle risposte c’è un contenuto.
Il contenuto può piacerti o no, ma resta pur sempre un contenuto.
Quando non ti rispondono invece, si crea un disagio profondissimo per il nulla totale difronte al quale siamo costretti a trovarci, che azzera ogni basilare regola di comunicazione.
Da bambina, mi è stato insegnato di rispondere sempre, un grazie, un prego, un saluto, un cenno di assenso, un diniego educato, persino al sorriso si risponde.
Le risposte, quelle giuste, date nel giusto modo, costituiscono strumenti fondamentali che stanno alla base di ogni rapporto: immaginate come sarebbe la vita se parlassero solo la metà degli interlocutori, e gli altri si limitassero a tacere.
![](https://www.wellnessmadeinitaly.com/wp-content/uploads/2021/04/portrait-two-young-friends-spending-good-time-together-having-fun-while-standing-outdoors_58466-15223.jpeg)
Per altro, la maleducazione diffusa e la aggressività verbale di questo periodo, in cui la gran parte di popolazione, manifesta indifferenza verso tutto e tutti, dose di pazienza zero, intolleranze di svariato tipo, culminano nell’inaspettato silenzio che ti ignora, ogni qualvolta vorresti essere veramente di aiuto a qualcuno. La gente non si lascia aiutare, non ti lascia parlare, non riesci a spiegare!
Dove è finito l’antico ascolto in silenzio, di cui tutti parlano nelle lezioni di comunicazione?
Se si guarda queste relazioni verbali malate, in grande scala, si capisce, ben presto, come stiamo andando verso un’era di assoluto individualismo, in cui ci rinchiuderemo come fossimo esseri autosufficienti, quando ben tutti sappiamo e dovremmo accettare, il fatto che da soli, non si va da nessuna parte.
L’esercizio anzi, è quello di stare il più possibile con le persone più diverse. Più confronto, più idee, più progetti, più comunità, più dialogo, e soprattutto ragazzi, più risposte.
Noi dobbiamo essere baluardo di una costruttiva comunicazione sociale, affinché i nostri figli e i figli dei nostri figli, ci prendano ad esempio e non siano aberrati mentali, ma esseri socialmente attivi.
Se al semaforo, incrociamo gli occhi di una persona adirata, sorridiamole, un cenno di saluto, e la giornata sarà diversa.
Se ricevete un messaggio ed avete chiesto voi stessi informazioni, rispondete sulle reali ragioni che vi hanno spinto a chiedere.
Se qualcuno vi dice cose turpi, rispondete che la benevolenza, è gratuita, non la fanno pagare.
Si può distribuire come il sale sulle strade quando ghiacciano, utile a tutti, universalmente.
Vi abbraccio.
Come sempre vostra,
Ivana