Meditazione, introspezione, prendi il buono di questa cosa, guarda positivo, insieme ne usciremo, andrà tutto bene.
Se uno volesse sviscerare ognuna di queste espressioni, in tutte le loro accezioni, avremmo speranza di trascorrere i giorni che ci dividono da una vita “normale” , in fretta e senza accorgercene.
Ma mi risuona nella mente, impigrita ed ingrigita dagli ultimi eventi, cosa di normale ci fosse nelle vite che stavamo conducendo….
Ovvio che questa enorme provocazione, mi porterà a sotterrarmi sotto una spessa coltre di giudizi feroci di chi mi legge.
Ma e’ realmente ciò che, prima di ogni altra cosa, mi è venuto da pensare.
Forse che un posto di lavoro o uno stipendio, o il tragitto casa/scuola dei figli, o la riunione di condominio, ci fossero dovuti?
L’aria aperta, così la chiamiamo di solito, lo sport al parco, andare dalla mamma in bicicletta, erano doni.
Rispetto a cosa? Chiederete voi.
Rispetto al non poter più fare tutto ciò, vi direi io.
Ed e inutile che scriviate “volevate stare sul divano e mo’ rompete i coglioni”
Perché il punto cruciale, è la reazione di rabbia nel volere andare a riprenderci con forza, ciò che prima avevamo ma che, erroneamente, ritenevamo dovuto.
E si che di segnali ne abbiamo avuti e lapalissiani: il mondo che si veste di plastica soffocante.
Le discariche di rifiuti illegali, che ci fanno respirare veleni, la griffe all’ultimo grido che ci rende stupidi e fatui, la fagocitante voglia di “possedere” che ci rende voluttuosi nonché ignoranti.
Ne abbiamo avuti.
E niente, snobbati.
Il mondo ogni tot di tempo ci riporta all’ordine, con una scrollatina di terremoto, ogni tanto fanno girare virali aut aut del polo nord dove c’è il prato all’inglese anziché i ghiacci. E in tanti fanno finta di essere arrabbiati per questo o per quello scempio che si diffonde sulla Madre Terra.
E poi le terapie da bravi psicologi: deve ritrovare se stesso… faccia esercizio fisico, tanta vitamina c che rende il sistema immunitario forte, lasci la rabbia, prenda il sorriso , è gratis e contagioso.
Il vero contagio sta nella testa fuorviata di chi, fino a ieri, rincorreva il pallone d’oro ed accettava che venisse pagato milioni di euro.
Mentre chi salva vite, sta zitto dietro un bisturi.
Il colorito inverdito dal camice sterile e qualcuno che terge il sudore, versato nel tentativo di non fare fermare quel cuore.
Toglievo l’erba e le foglie dal mio giardino, e ho trovato le piccole lumache appena nate che facevano capolino con le piccole corna protese alla scoperta del mondo.
Le ho coperte con le foglie, e l’unica cosa che ho avuto a cuore di dire loro è stata : restate a casa piccoline, fuori non vi perdete nulla al momento.
Buon isolamento a tutti.
Che porti consiglio.
N.B. Questo articolo è stato realizzato durante il lockdown